gioco d'azzardo patologico

La carriera tipo del giocatore di Gratta e Vinci. (Istruito e razionale)

Se rientrate nelle categorie a rischio povertà, se vivete l’insonnia delle bollette e – giustamente – non ne potete più di una vita tanto orrendamente prostrata al conto in banca (il denaro: l’unico mostro che spaventa quando non c’è), sappiate che avere cinque euro in tasca avanzate a fatica da qualche acrobatica spesa è molto pericoloso.

Perché, anche se voi siete certamente istruiti e razionali, potrebbe capitarvi di transitare davanti ad un cordoncino sventolante di Biglietti Magici che promettono faville monetarie, sogni realizzati, pace dei sensi, vite degne di essere vissute, grandi opere di beneficenza al netto della sicurezza economica piovuta all’improvviso dal cielo.

E voi – che siete appunto persone istruite e razionali e avete sempre considerato i Gratta e Vinci e le lotterie e via dicendo come “tasse sulla stupidità” – osservando sventolare quel fogliame colorato di Occasioni per Vincere Facile, improvvisamente realizzate qualcosa che le altre persone istruite e razionali non hanno realizzato, paralizzate come sono dalla sterilità della loro erudizione e dal gelo della loro logica.
Avete appena squarciato il velo di Maya: avete capito che, anche se siete una persona istruita e razionale, avete le stesse probabilità di vincere che ha un analfabeta illogico. Solo che l’analfabeta illogico non si preclude questa chance. E magari vince. In barba alla vostra istruzione e razionalità. Infatti qualcuno che vince c’è: uno su milioni, va bene. Ma c’è. E perché questo qualcuno non dovreste essere proprio VOI? Perché amputarvi questa sacrosanta opportunità? Perché siete istruiti e razionali? E dove diamine vi ha portato il vostro titolo di studio, se non ad una vita di stenti? E la vostra ragionevolezza? Vi consente forse di vivere sereni?
Non si direbbe.
Sono solo cinque euro. Decine di migliaia di euro per laurearvi, e non volete provare a spenderne CINQUE, e magari – magari! – svoltare?

Che diamine, si vive una volta sola: allungate all’edicolante le cinque euro risparmiate grazie alle sottomarche in offerta dai cinesi e afferrate il vostro primo Gratta e Vinci. A pervadervi è l’emozione di chi ha superato una barriera mentale effettuando una scoperta nuova e rivoluzionaria.
Fissate il bigliettino, e il bigliettino vi strizza l’occhio. Non grattate subito. Lo farete a casa. Più il momento si avvicina, più la possibilità di aver vinto – non dico il Superpremio, ci mancherebbe, ma quei dieci o ventimila euro su cui adagiare sonni tranquilli, o almeno un mille euro da tirare il fiato e godersi un week end da qualche parte – si fa concreta. Realistica. Eccitante.
Santodio: potrebbe davvero essere così.

Invece no. Avete appena fatto una cavolata. Non vincerete nulla. Anzi: sperate di non vincere nulla. E’ l’unica via d’uscita rapida dalla situazione in cui vi siete cacciati. Due secondi di shock di fronte allo sgretolamento dei sogni vissuti nelle ultime manciate di minuti, e via: si torna alle solite paranoie.

Se invece avete vinto cinque euro, cioè il prezzo del biglietto, dovreste tornare all’edicola e farveli restituire. Credetemi: è andata bene così. Non ci avete perso nulla. Anzi, avete trascorso un paio di decine di minuti persi in sogni fantastici. E’ una vittoria, oggi come oggi.

Ma non lo farete.
So che vorrete un altro biglietto. E’ piuttosto inevitabile. Dopo tutto, state giocando due volte al prezzo di una. E chi vi dice che non sia questa, la volta buona? Suvvia, quelle cinque euro non sono già più nel vostro portafoglio. E il piacere sognante che avete provato prima di grattare il biglietto circola ancora fresco tra i vostri neuroni. Perché non concedervelo ancora, con l’eventualità che il sogno si concretizzi?

Ed eccovi con un altro biglietto, un altro tragitto verso casa, altri eccitanti sogni. Se vinceste anche solo cinquecento euro, potreste reinvestirne una parte in altri gratta e vinci.

D‘ora in poi sarà sempre più difficile sganciarvi.
Se perdete (che è quel che vi auguro), comunque avete saltato il fosso: forse non capiterà subito, ma appena vi troverete in tasca un cinque euro (o un due, o un uno), e vi imbatterete nei bigliettini magici, sarà più difficile resistere.
Se vincete un cifra come dieci o venti euro, la scimmia salirà ancora un po’ sulla vostra schiena. Rieccovi infatti all’edicola, che riscuotete i cinque euro (così non avete perso nulla: astuti, voi) e vi fate dare il resto in biglietti.
Probabilmente a questo punto gratterete i biglietti sul posto, per affrettare i tempi. E’ verosimile che troviate di nuovo cinque euro. Ma non ha più importanza. Se vincete, rigiocherete pensando di vincere di più. Se non vincerete vi parrà impossibile, quindi giocherete ancora.

Ok.
Siete ufficialmente infognati.
Ora. Torniamo al punto in cui eravate razionali e istruiti, diversi biglietti ed euro addietro. Rendetevi conto che la questione potrebbe trasformarsi in problema, e che, nonostante la vostra istruzione e razionalità, siete allo stesso punto dell’analfabeta illogico infognato di bigliettini. Come ne usciamo?
Smettere subito è l’ideale, ma è molto difficile. Forse resisterete alla tentazione, ma resterete rosi dal dubbio. La prossima volta che risparmierete qualche euro potreste ricascarci: è un attimo.

Provate allora una sana via di mezzo.
Cominciate così: comprate il gratta e vinci, ma resistete alla tentazione di grattare subito. Mettetelo in macchina, o attaccato al frigo in casa. Ogni volta che salite in macchina, grattate un numero. Un numero solo. Lo stesso se è attaccato al frigo. Insomma: cercate di farvelo durare. E’ il primo passo per liberarsene. Quando l’avrete grattato tutto, e ovviamente non avrete vinto, avrete però ripreso il controllo sulla situazione. Vi farà sentire meglio. E – forse – vi permetterà di continuare a giocare, ogni tanto.

Se siete particolarmente infognati, e non resistete a grattare, concedetevi il lusso di comprare due biglietti: il primo lo grattate come pazzi, subito. Sfogatevi. Il secondo, fate come ho detto. Prima o poi l’urgenza del grattare passerà in secondo piano. Ve ne scorderete.

Funziona.
Del resto, se non dovesse funzionare è il caso che vi facciate aiutare. Non si scherza con il gioco d’azzardo patologico. In generale, ma soprattutto se siete genitori separati.
Un modo per capire chi può aiutarvi è digitare su google “gioco d’azzardo patologico” e il nome della vostra città o regione. Quasi sicuramente apparirà in risposta l’indirizzo di un Ser.d (servizio per le dipendenze). Dovrete vincere la vergogna e andarci, per il bene vostro, dei vostri cari e del vostro portafoglio.

Qui, qui e qui alcuni miei vecchi post per farsi due risate sulla febbre da gratta e vinci.

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